Eravamo rimasti dalle parti dei laghi di Pltivice, in Croazia. Si parte in direzione di Sarajevo!   GIORNO 5 Attraversando il confine nei dintorni di Bihac, entriamo finalmente in Bosnia. Le immagini che vediamo attraverso la visiera sono ben diverse da quelle viste nei giorni precedenti: incontriamo paesi deserti, qualche casa in costruzione e qualche gregge qua e là. A distanza di molti anni, i segni della guerra sono ancora ben visibili su molti degli edifici di questi paesi. La natura però ci lascia spesso senza fiato, offrendoci scorci fantastici: fiumi, vallate e boschi a perdita d'occhio. Ci dirigiamo verso Banja Luka, città di 200mila abitanti. Arrivati in città notiamo subito molta polizia a vigilare per le strade, e infatti l'ordine e la pulizia regnano sovrane. Questa città è la seconda della Bosnia con un passato molto travagliato, dovuto alla guerra degli inizi anni novanta che decretò la suddivisione della ex Jugoslavia. La vita qua è molto economica, sia per quanto riguarda gli alberghi che per la ristorazione. Pernottiamo in un albergo in centro e pianifichiamo la tappa successiva: destinazione Sarajevo! GIORNO 6 Siamo verso le ultime tappe dell’itinerario e ci stiamo dirigendo verso Sarajevo. Passando per il parco nazionale bosniaco si ha la sensazione di attraversare un luogo selvaggio ed ancora poco contaminato dall’uomo. Conclusa l’appendice paesaggistica del parco, siamo sempre più vicini a Sarajevo e purtroppo notiamo sempre più case abbandonate o danneggiate, che fanno da contrasto a case nuovissime appena costruite. Quello che ci fa più riflettere è l’enormità di cimiteri e di croci che troviamo lungo la strada, anche all’interno delle abitazioni private nel giardino.  La guerra ha condizionato in modo indelebile questo popolo ed anche questi luoghi. Sarajevo è anche ricca di contrasti: a vecchie case malridotte dalla guerra si alternano nuove costruzioni, così come a macchina degli anni 80 si alternano lussuose auto moderne.  Sarajevo è stata forse la città che più ha risentito della guerra, ha addirittura subito 4 anni di assedio da parte delle forze serbe. La guerra finì nell’ottobre del 1995 e questo conflitto ha portato una forte devastazione in tutto il territorio circostante. Ancora oggi la città è in costruzione e lo si può notare dai numerosi cantieri edili presenti. Un tempo Sarajevo era una città molto tollerante in cui convivevano molte etnie religiose (era soprannominata la "Gerusalemme d'europa), ma i rapporti tra queste religioni si sono profondamente modificati a causa del conflitto che ha portato morte e distruzione. Mangiamo qualcosa in centro la sera, per poi ripartire l’indomani con due sorprese.   A presto con l'ultima parte!