Mattia e Gianluca: due 125 a Capo Nord
Per viaggiare, il carburante che serve non è (solo) la benzina: è la passione.
Se sommiamo l'età di Gianluca Alessi e di Mattia Fiorenzi non arriviamo neanche a 40 anni in due.
Mattia guida da qualche anno una Cagiva Mito 125 mentre Gianluca gira in sella ad una Yamaha YZF-R 125.
Insomma, non proprio due moto da viaggio: i cavalli sono quelli che sono, la cilindrata anche, per non parlare della capacità di carico.
Molti ragazzi alla loro età le vacanze le fanno a Ibiza, a Formentera, a Mykonos...loro no: hanno girato la chiave, acceso le moto e sono partiti verso Capo Nord.
Vuoi sapere com'è andato il loro viaggio? Continua a leggere l'articolo!
OJ: Ciao ragazzi! Ci raccontate in due righe chi siete?
Gianluca: Gianluca Alessi, 20 anni, vivo a Firenze, moto Yamaha yzf r125
Mattia: Mi chiamo Mattia Fiorenzi, ho 19 anni e vivo a L'Aquila, insieme alla mia Cagiva Mito
OJ: Da quanto tempo andate in moto?
G: 4 anni, solo con l'R
M: 12/13 anni
OJ: Da quanto vi conoscete?
G: 2 anni
M: Ci conosciamo da 2 anni
G: L'anniversario non me lo ricordo
OJ: Da dove nasce l'idea di fare questo viaggio?
M: Beh, l'idea nasce dalla testa di tre ragazzi che si incontrano per la penisola durante un tour del sud Italia, che avevano pochissima voglia di stare a casa a spendere soldi per serate che non avremmo ricordato la mattina dopo, ma bensì per riempire il nostro curriculum da malati di mente!
Purtroppo, abbiamo dovuto portare avanti questo progetto in due, con molta più motivazione, anche per l'altro ragazzo, Edoardo, che purtroppo, per una di quelle disgrazie che sarebbe meglio non facciano parte della vita, ci ha lasciato presto.
Questo non ha fatto altro che invogliarci ancora di più a partire, eravamo ancora più motivati. A costo di arrivare con più fascette che bulloni!
OJ: Quanto è durato il viaggio? Quanti chilometri avete fatto in totale?
M: Siamo partiti il 15 Luglio, per poi stare in giro come vagabondi per 29 giorni, fino al 13 Agosto
G: Partenza 15/07, arrivo 13/08…30 giorni E diciamo 11.300 km in tutto, tenendo conto che io sono tornato a Firenze e lui in Abruzzo
OJ: Avete preparato un itinerario che siete riusciti a seguire o avete improvvisato?
M: Qua interviene il navigatore
G: Itinerario approssimativo preparato, ma poi improvvisato lì per lì
OJ: Per i pernottamenti come vi organizzavate?
M: I pernottamenti erano l'aspetto del viaggio più magico, non sapevamo niente di niente, solo i paesi dove potevamo piantare il nostro monolocale...Per il resto, nel pomeriggio, dove non era possibile bivaccare, al distributore di benzina si cercava una camera
G: Su 29 notti, 23 in tenda, 2 in ostello, 2 in un b&b e 2 a casa come ospiti
OJ: Le moto si sono comportate bene o avete avuto qualche problema? Molti potrebbero pensare che con un 125 un viaggio del genere sia, se non impossibile, quantomeno difficile da fare...
G: Io ho avuto problemi al comando dei fari, ai paraoli delle forcelle e alla batteria (assorbimenti ignoti) M: Ecco, diciamo che sicuramente non è stato un viaggio semplice come può esserlo magari per chi parte con moto il cui mozzo della ruota costa quanto una delle nostre moto, però devo dire che non si sono comportate malissimo, abbiamo certamente dovuto rispettare le loro esigenze, di cui i tagliandi in fattispecie per Gianluca, e rifornirsi d'olio per la mia ogni 1000km. Problemi straordinari, sono state le sospensioni di Gianluca andate e le batterie, con impianti elettrici sottodimensionati e con le prese USB sempre accese faticavano a tenere la carica!OJ: Come eravate organizzati con bagagli e abbigliamento?
M: Per i bagagli ho dovuto adattarmi alla moto che non ha molti supporti. Avevo due valigie laterali morbide, dove riponevo in una tutto l'occorrente per mangiare e nell'altra avevo tutto l'occorrente meccanico che potevo portare per finire il viaggio in caso di problemi. Sul posto del passeggero avevo la borsa Mini Dry Week della OJ, a cui ho assegnato l'assoluto obbligo di tenermi all'asciutto indumenti e tutto il materiale per dormire, l'ipotermia doveva essere l'ultimo dei miei pensieri! Mentre per gli oggetti personali una piccola borsa da serbatoio espandibile, dove la sera riponevamo la spesa. L'abbigliamento che ho scelto non è di quelli che fanno il giro del mondo, volevo un abbigliamento comodo e che fosse il più semplice, ovviamente rispettando degli standard! Sono partito con la giacca OJ Latitude, che si è rivelata perfetta per ciò che cercavo: una giacca comoda, ma molto funzionale. Quando incontravo temperature alte, aprivo le prese d'aria e sentivo subito la differenza, mentre al freddo, con l'imbottitura estraibile a temperature di 10° avevo solo la maglietta sotto! Pantaloni dallo stile classico e comodi, jeans OJ Giove, spesso non mi cambiavo neanche andavo in giro con quelli, meglio dei jeans che uso tutti i giorni! Stivaletti riciclati con il bostik sotto le suole, uno di quegli oggetti che sconciano il malocchio! Portavo un paio di guanti estivi classici in pelle, e un paio invernale in tessuto della OJ, i Secret, usati tutto l'inverno, quindi super testati, e senza ombra di dubbio hanno fatto il loro lavoro! G: Io ero attrezzato con due borse laterali rigide in plastica, fissate con telaietti fatti su misura da me, borsa da sella a rotolo OJ mini dry week da 30 litri, il prodotto più "piccolo" della serie ma adatto alle nostre piccole moto e rivelatosi perfetto per le nostre esigenze di carico. Personalmente l'ho riempita con tenda, sacco a pelo, materassimo gonfiabile, imbottiture abbigliamento e quando serviva spesa. Sul serbatoio invece avevo la borsa OJ Tanky tri modulare che ho fortemente desiderato in quanto sul mercato non c'è altro di pari comodità, infatti ha rispettato in pieno le aspettative. Come abbigliamento...giacca OJ Absolute, con tante prese d'aria, utili visto che abbiamo trovato tanto caldo, quindi imbottitura usata solo in casi estremi, ma che ha fatto egregiamente il suo dovere. Impermeabilità ottima con pioggia lieve, un po' meno sotto scrosci pesanti, ma rimediata con la tuta antipioggia OJ, tanto imprescindibile quanto compatta da portarsi dietro. OJ: C'è stato un momento in cui avete pensato "ma chi me lo ha fatto fare"? M: Nei primi giorni di viaggio ho accusato molto di più la stanchezza, arrivati a Praga, dopo scarsi 3 giorni di viaggio, avevo dolori alla scapola destra e come al solito al collo, e quando ho visto quanto eravamo distanti sono caduto nell'oblio, e ciò che mi aspettava, la Polonia e i paesi dell'est Europa (escluse le grandi città), non mi hanno aiutato molto! Anche se questi ultimi mi hanno abbattuto più a livello mentale, quel dritto inesorabilmente infinito mi stava buttando giù! G: Personalmente no, a parte un po' di abbattimento soprattutto quando sono insorti problemi di cui al momento non conoscevamo la causa e che se fossero stati gravi avrebbero compromesso il viaggio. OJ: Qual è il posto che vi è rimasto nel cuore? G: Quel centinaio di km prima di arrivare a Nordkapp, alle 11 di sera, sotto il tramonto infinito del sole di mezzanotte M: Il posto che porto nel cuore per la sua bellezza è sicuramente la Norvegia tutta, in particolare la strada che porta a Nordkapp, curve da pennellare nel rosso del sole di mezzanotte. Ma porto anche Drammen nel cuore, per quello che ho vissuto lì, grazie a Vittorio. OJ: Ci raccontate qualche aneddoto divertente su questo viaggio? G: Aspetto che scriva lui sennò magari è lo stesso M: Devo essere sincero, mi dispiace per Gianluca, ma mi viene troppo da ridere! Eravamo in giro per Praga, e il giorno prima parlavano di serpenti e del fatto che a lui piacessero un sacco...così quando ho visto un serpentone giallo al collo di uno gliel'ho indicato, e lui euforico chiede al proprietario di vederlo. Peccato che per averglielo messo al collo e avergli dato la possibilità di scattarsi una foto, gli abbia chiesto di pagare 20€! Quando ho visto i suoi occhi perdersi nel vuoto stavo morendo dentro, non volevo ridere per farlo sentire peggio, ma mentre scrivo mi viene troppo da ridere ? M: Gianlu scusa ahahahahah G: ##@**# M: Ahahahah G: Oppure abbiamo conosciuto in Finlandia casualmente due ragazzi italiani che viaggiavano in solitaria, con due filosofie di viaggio opposte: uno con una custom che portava dietro due sacche in pelle e un borsone da calcio, l'altro con un'Africa Twin che aveva caricato tutto il garage con un bagaglio di dimensioni spropositate e che messi a confronto con noi, altri due pazzi con due moto sportive 125... ? è stato un incontro magico, e con il proprietario dell'Africa Twin abbiamo fatto tutta la Finlandia insieme, da Helsinki fino a Nordkapp, visto che facevamo la stessa strada OJ: Che consiglio dareste ad un ragazzo giovane come voi, con un mezzo non esattamente da viaggio come i vostri, che vorrebbe fare un viaggio del genere e che magari ha qualche dubbio? M: Ai ragazzi che hanno voglia di partire: partite! E come la penso io, dove arrivo arrivo, basta che parto! Non abbiate timori, la meta deve servirvi solo come punto per tornare indietro, ma la magia è il viaggio, e che vada bene o male, è andata. G: Che tra l'altro è ancora il mio stato di whatsapp ? M: Copione G: È da due anni quasi che non lo cambio M Praticamente da quando stavamo sotto sopra la prima volta che sei venuto a casa OJ: Ma qual è la vostra moto dei sogni? M: La mia moto dei sogni è quella che quando la vedo mi trasmette qualcosa, qualunque essa sia. Senza pregiudizi su genere o marca. Ma ovviamente sono un minimo di parte, forse mi vedo bene su una bella Cagiva Elefant 900 con grafiche Lucky Explorer! G: Ti dico quella che è stata la mia preferita per tanti anni, Ducati 1098 ❤ M: Ah ovviamente non tralasciamo il CBR 900 del 96 di mio padre! OJ: Dopo le emozioni e tutto quello che vi ha lasciato questo viaggio, scambiereste le vostre moto per quella dei vostri sogni? ? M: Mai e poi mai, l'ho tirata su con le mie mani, l'ho fatta risorgere dalle ceneri ed essa stessa è l'espressione di quanto io possa tenere a lei. Avrà un posto d'onore nella mia vita, legata a me finché potrò. G: No, perché è stata anche lei la moto dei miei sogni, un sogno avverato, e me la tengo stretta finché non muoio. OJ: Bravi ragazzi! Immagino che ora abbiate già in mente qualcosa per il futuro... G: Io ho tanti punti interrogativi, ma in generale continuare a esplorare, a viaggiare...che è la cosa che amo e che mi soddisfa di più M: Credo che vorrò provare a fare un viaggio in solitaria, ho ascoltato il mio adorato Yuri e mi ha affascinato sempre più, anche se ho un forte blocco a farlo, ma prima o poi arriverà il momento, ed esploderà da se, vedrò! Mete precise no, girano parecchie mete nella mia testa, ne afferrerò una per volta. L'anno prossimo? Qualcosa di tranquillo ma bello, voglio una vacanza con i fiocchi, e anche Nami vuole le ferie! OJ: Avete un riferimento in termini di viaggiatori in moto? G: Gionata Nencini, è la persona che mi ha svoltato la vita, dopo una delle sue presentazioni, mi ha aperto la mente, mi ha fatto capire quanto sia bello il viaggio avventura, ringrazio quel giorno in cui ci sono andato M: I cosiddetti "cinciari", da me sono quelli che si arrangiano con qualche toppa qua e là, tipo Stefano incontrato in Lapponia, senza troppi gingilli che ti frullano intorno. Ecco queste persone mi affascinano, ed il fatto che faccia tutto con una vecchia moto a miscela che a volte vuole qualche fascetta credo sia perfettamente l'immagine che voglio esprimere! OJ: Ma a casa cosa vi hanno detto quando avete detto che sareste partiti per capo nord? M: Non ha detto molto mia madre, sa che se mi metto in testa una cosa non mi smuovi, specialmente se è qualcosa che mi pongo per migliorarmi e se è qualcosa che mi fa stare bene. E sono contento del fatto che mi ha insegnato che se voglio fare qualcosa, devo riuscirci con le mie forze, poi possono arrivare gli aiuti, ma non sono dovuti. Ovviamente mi è stata sempre accanto in caso di necessità, e io l'ho portata con me in tutti i miei viaggi. Insieme a mio padre. G: Io gliel'ho fatto assorbire piano piano, mandando qualche segnale, e il fatto che inizialmente abbiano cercato di farmi capire che fosse una cosa impossibile, mi ha aiutato a trarre ancora più voglia di mettermi alla prova OJ: Ultima domanda: viaggio dei sogni? G: World tour M: Viaggio dei sogni? Non so se un giro del mondo faccia per me, ma so solo che sarebbe una cosa veramente allucinante. Però per ora preferisco viaggiare per tempi più brevi, che soddisfino la mia voglia di allenarmi da casa per poi amarla ancora di più al mio ritorno! G: Prima di espandere a tal punto gli orizzonti lo era Capo Nord OJ: Bravi ragazzi, siete la dimostrazione che se uno vuole davvero qualcosa non contano tanto i mezzi ma la passione. Grazie per averci raccontato un po' del vostro viaggio e in bocca al lupo per i prossimi!Se volete scoprire di più su questo viaggio, trovate foto e video dell'impresa sulla pagina facebook Delirium Adventure