Stefano, la sua Africa Twin e la Spagna
OJ: Cos’è per te “la moto”? S: E' ciò che più mi rappresenta. È la mia passione più grande, il mio lavoro, i miei viaggi e le mie vacanze, la mia droga per fuggire, viaggiare,scappare,sfogarmi ma anche la mia dose quotidiana per la vita di tutti i giorni. Non esiste stagione, non esiste condizione meteo. La moto è per sempre, come lo spot di un famoso gioiello! Ah dimenticavo, "Le moto" sono anche le mie coinquiline che da 4 anni vivono in cucina, pronte a sgusciare dalla porta di casa.
OJ: Con che moto hai affrontato il viaggio? S: Sono partito con l' ultima arrivata...una splendida Africa Twin CRF 1000 DCT del 2017 OJ: Come mai hai deciso di acquistare l’Africa Twin? Da dove hai iniziato con le moto? S: Ad oggi le ho provate un po' tutte, a modo mio... A 16 anni, attratto dalle "sportivone" dei primi del 2000 e dalla voglia di velocità, acquistai dal mio compagno di banco una fiammante Aprilia RS 70 con livrea Gauloises. Accorgendomi poi che i mezzi manubri non facevano proprio al caso mio, la vendetti un anno dopo, giusto in tempo per godermi il carosello Mondiale dell'Estate del 2006. Cambio radicale : MOTARD! Yamaha DT 125 X! Moto divertente al punto giusto, faceva tutto senza eccellere in nulla. Ricordo col sorriso i primi traversini e le prime impennate sfrizionando in "prima"... bei tempi. La maggiore età voleva dire solo una cosa: patente per la moto "GROSSA"! Arrivò con le prime caldazze milanesi, un kappone SMC 625 depotenziato a libretto quindi "regolare". Un vero e proprio toro imbizzarrito. Più che imbizzarrito, incazzato. Compagna di scorribande per 10 splendidi anni per poi ritirarsi in pensione in attesa di tempi migliori. Ottima moto nel traffico, sui passi, in pista! una moto tanto estrema quanto delicata. Tanti chilometri insieme (più di 90.000 con due motori) ma anche tanti "eurini" nelle tasche del meccanico di turno. Nel 2013 ho dato vita alla mitica CB 450 B'n'B' (Built not Bought) partendo da un CB 400 N degli anni '80 comprato su internet. Avevo voglio di cavalcare qualcosa di estremamente personale e poi era un periodo in cui passavo tante ore in laboratorio. Avevo spesso le mani in pasta. Moto costruita su una base semi-funzionante, che con qualche modifica, si è guadagnata il nome di "Rustica" (clicca qui per vederla!) È stata la moto che mi ha insegnato quanto sia bello viaggiare e perdersi per le statali a 70 all'ora. E' la moto con cui ho girato tutta l'Italia per il progetto Let'sRockThisFuckingCountry. Ora è "esposta" ,insieme al KTM, nella mia cucina di casa, come cimelio del lungo viaggio! Quindi riepilogando: mezzi manubri no, sono scomodi. Sono troppo alto. Naked, molto belle ma non le capisco. Motard, ho già dato e sicuramente darò in futuro E per di più ho un'immensa voglia di viaggiare in moto programmando qualcosa di un po' più serio dell'uscita nel fine settimana. Come ultima cosa, ma sicuramente la più importante, l'Africa Twin XRV 650 era la moto dello zio. E la prima volta che mi ha caricato da piccolo, non ricordo l'età, ma ricordo perfettamente come se fosse ora, la sensazione. Quindi, attratto dal viaggio in moto e dal "Ritorno della Regina", ho scelto l'Africa Twin. Come mai hai deciso di partire da solo? S: Fino ad ora ho sperimentato diverse tipologia di viaggi: in moto e tenda con il "compagno di avventure", in van in giro per l'Europa, in canoa, in autostop...però mai da solo per conto mio. E' stato sicuramente l'aspetto più interessante del viaggio, il fatto di poter contare solo su me stesso sotto ogni punto di vista, la mia motivazione,le mie forze, la mia voglia di viaggiare. Viaggiare da solo ha tantissimi pro e inevitabilmente qualche contro legato soprattutto al capitolo "emergenze, incidenti e soccorso". Per poi scoprire che alla fine quando "viaggi da solo", non sei effettivamente da solo ma sei "con tutti". Le persone che incontri sono attratte dal viaggio in solitaria, si avvicinano, curiosano, fotografano e fanno un casino di domande. Come se volessero partire ma non possono. E io da viaggiatore avevo una voglia matta di condividere, conoscere ma soprattutto parlare con qualcuno! Un consiglio? Scappate! Lasciate il divano, la vostra comfort zone. Serrate bene i bagagli alla moto, fate un pieno di benzina e buttatevi! Non è importante dove si va e quanto sia lungo il viaggio. L'importante è partire! OJ: Se dovessi rifare questo viaggio lo rifaresti ancora da solo o preferiresti condividere l’esperienza? S: Lo rifarei da solo, senza alcun dubbio ma con qualche accorgimento. Come per esempio la riorganizzazione o l'ottimizzazione dei bagagli...ho portato una quantità spropositata di cose inutili! OJ: Cosa ti ha spinto a muoverti verso la Spagna? S: Avevo voglia di spingermi lontano da casa ma in una zona abbastanza sicura, che mi facesse sentire a mio agio. Sai, non si sa mai, preferisco cominciare da un viaggetto alla portata sognando le "Grandi Attraversate".. Con calma, step by step: È sempre stata un po' la mia filosofia. Poi si mangia bene, sono simpatici,c'è sempre il sole, festeggiano tutti i giorni qualcosa, parlo abbastanza bene la lingua quindi...Vamos a Ver! Inoltre dovevo incontrare una persona da un pò di tempo, lei vive vicino a Barcellona... Ultimo, ma non meno importante, da buon italiano non volevo far preoccupare troppo la mamma ;) OJ: Qual è stato l’itinerario che hai percorso?Avevi un navigatore satellitare o ti sei mosso “old style” con la cartina? S: Sembrerà assurdo ma non avevo un vero e proprio itinerario, avevo una lista di luoghi che volevo assolutamente vedere. Come collegarli? Mi sembrava di giocare alla "settimana enigmistica" con il gioco "unisci i puntini". L'itinerario lo creavo in tenda prima di andare a dormire per il giorno successivo. Un po' mi perdevo un pò utilizzavo il Tom Tom Rider 410, comprato per l'occasione: l'ho trovato in offerta e non me lo sono lasciato scappare. Devo ricredermi, una vera comodità. Sono abituato da sempre a viaggiare con i Post-It attaccati al serbatoio e a seguire i cartelli, eventualmente chiedendo indicazioni. Ho attraversato velocemente la noiosissima Francia, non per gli splendidi paesaggi che sembrano dei quadri, ma per la lingua, la puzza sotto il naso e per quella sensazione che non ci stiamo mai troppo simpatici. Da menzionare la Route de Napoleon, strada che si perde tra alpi, lato "cugino" o francese che dir si voglia...Dopo chilometri di campi di Lavanda e un qualcosa che mi ricordava vagamente la Pianura Padana, raggiungo finalmente la base dei Pirenei. Ooooh(sollievo), il Grande confine. C'era pure brutto tempo, nuvole basse e questo ha reso l'arrampicata ancor più epica. Curva e un'altra curva, e poi un'altra, un'altra ancora...per ore. Ero talmente concentrato a guidare che so di non essermi goduto abbastanza il paesaggio mozzafiato. Ma quando un motociclista trova l'asfalto perfetto,quello nero, soprattutto dopo centinaia di chilometri di simil-pianura, non c'è nulla da fare. Lungo un rettilineo aggrappato nel vuoto sulla costa della montagna, scorgo una cascatella. Woooow, è ora di fermarsi e darsi un'occhiata in giro. Il pomeriggio attraverso il confine attraversando un tunnel stile porta spazio-temporale. Mi spiego. Entro in galleria con nuvole basse freddo, ghiacciai in scioglimento. Stacco. 5 km di galleria.Stacco. Sole, 35 °, vegetazione rigogliosa, segnaletica diversa, gente che ride al volante e ricambia il saluto, non come dall'altra parte...Un altro pianeta. Ho visitato velocemente Huesca, Saragozza per poi tornare,finalmente, nel deserto di Bardenas Reales, quattro anni dopo ma questa volta in moto. Ero stato lì nel 2014 per un viaggio pazzo in van con due amici e avevo detto: "Quì ci voglio tornare, ma in moto". Detto,fatto. Non avevo fatto mai fatto offroad se non qualche sentierino del cacchio di terra battuta... ma ero tornato in Spagna anche per questo posto, perdermi in queste distese infinite di sabbia, terra battuta, rocce scavate dal tempo e silenzio. E quindi via, senza paura per i miei primi 80 km di offroad, da solo,carico come un mulo, ma soprattutto in mezzo ad un deserto. Ho capito tante cose, spettacolare. Lo voglio fare ancora. Divertente da morire! Uscito dal deserto ,per la legge del contrappasso, affronto il diluvio spagnolo della Stagione. La nuova giacca OJ fa il suo lavoro, i guanti e le scarpe mi proteggono dalla pioggia. I bagagli sono al sicuro, si va avanti dritto fino a Madrid per un giorno e mezzo di stop e una visita rapida alla città. Ricaricate le batterie punto la costa del Sud, nella zona della splendida baia di San Josè (posto assolutamente consigliato, indescrivibile) per fare i primi tuffi dell'estate e rallentare un po' i ritmi. Un po' più vacanza... Facevo ping-pong tra una spiaggia a caso lì nei dintorni e un passo di montagna del vicino massiccio montuoso della Sierra Nevada. Per non perdere il ritmo con i tornanti...È un vero e proprio richiamo. Da lì in poi ho copiato la Costa, paese dopo paese fino a Valencia ed infine via dritto fino a Barcellona dove c'era quella "famosa" persona che dovevo incontrare. Per il ritorno non avevo intenzione di aver a che fare nuovamente con la nouvelle cuisine, per cui traghetto notturno Barcellona-Genova. Ultima tappa scontata, la strada di sempre. Liguria - Milano. OJ: Qual è stato il posto che ti ha colpito maggiormente o che comunque ha lasciato un segno? S: Mah, è difficile estrarre un singolo frame di tutta la vacanza. Il massiccio montuoso della Sierra Nevada per le strade e l'asfalto. Il silenzio nel bel mezzo del Deserto di Bardenas Reales e di Tabernas La spiagge di San Josè. OJ: Tornando indietro, modificheresti qualche tappa o rifaresti lo stesso percorso? S: Come ho già detto precedentemente, non avevo un vero e proprio itinerario, mi facevo consigliare dai "locals", mi facevo guidare dalla pancia. Non c'era una strada giusta nè la strada sbagliata, era tutto nuovo per cui mi facevo attrarre dai paesaggi, dalla strada, dal cielo sereno rispetto ai nuvoloni. Il bello di viaggiare da solo è anche questo: fai solo ciò che vuoi senza dover rendere conto a nessuno, seguendo l'istinto. Voti contrari? sempre "tutti" a favore quando sei l'unico ad esprimere una preferenza! OJ: Hai avuto qualche problema/difficoltà? S: Per la prima volta posso dire che è andato davvero tutto liscio. L' Africa si è comportata benissimo sia su strada che fuori. Paradossalmente ho avuto un paio di problemini una volta rientrato a casa. Anche le moto si ribellano... fosse stato per me sarei andato avanti anch'io a viaggiare per l'eternità. OJ: Che prodotti OJ hai utilizzato durante il viaggio? S: Giacca Absolute ice/red/blue - Ottimo prodotto già testato dai 5° ai 45°, sotto diluvi e grandinate e il sole di mezzogiorno nel bel mezzo del deserto. Giacca dallo stile moderno\sportivo che strizza l'occhio, per colorazione, alla livrea della mia Africa twin. L'interno sfoderabile la rende davvero una giacca da 365 giorni l'anno. Sotto la giacca indossavo il mio paraschiena personale, in grado di proteggermi completamente la zona della schiena e che ho preferito rispetto al paraschiena integrato nella giacca che invece è di dimensioni più ridotte. La sicurezza prima di tutto! Guanti Shift: forse un pò caldi per la stagione estiva, però ti fanno sentire protetto e al sicuro. Sneaker Move: scarpe tecniche dallo stile Urban. Impermeabili e rinforzate nei punti giusti per prevenire una caduta o un semplice urto. Comode anche dopo lunghe passeggiate ma ottima alternativa allo Stivaletto tecnico-sportivo. OJ: Quali sono gli oggetti che non devono mancare nel tuo bagaglio? S: Sicuramente la Tenda e il fornelletto da campeggio. Il viaggio così prende tutto un altro gusto... OJ: Hai qualche consiglio per chi vorrebbe fare il tuo stesso percorso? S: Di lasciarsi trasportare dai paesaggi e viaggiare perdendosi. Un po' alla vecchia maniera, puntando solo la bussola. OJ: Cosa ti ha lasciato questo viaggio? S: L'enorme desiderio di voler partire per la prossima avventura. E la consapevolezza che posso viaggiare da solo in moto: sì mi piace! OJ: Qual è la tua moto dei sogni? S: Questa è sicuramente la domanda più difficile... Di sicuro la moto dei miei sogni ha l'anima KTM! L'Africa Twin era la mia moto dei sogni prima che acquistassi la moto che ora guido tutti i giorni. OJ: Hai già qualche idea per la prossima meta? S: Non vorrei spoilerare nulla ai miei milioni di follower su Instagram (#Fuel4Breakfast) ma l'anno prossimo si parte verso Est, Parecchio ad Est. E probabilmente non da solo. Torna il "compagno di mille avventure", molto probabilmente.... E' un viaggio che sogno da tre/quattro anni, sarà EPICO! OJ: Il viaggio “della vita”? S: Le Americhe. Dal Canada Terra del Fuego nel profondo sud