La passione per la moto è estremamente personale, ognuno la vive a modo suo e in ognuno di noi è nata in maniera diversa.
Ad esempio può capitare che la passione se ne stia lì latente per anni, dentro di noi,
per poi esplodere di colpo.
Può arrivare da lontano, può nascere da un libro che, nella nostra mente, inizia ad instillare il pensiero delle due ruote magari a livello inconscio.
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Ph. Lucie Olachova[/caption]
La moto, una passione che nasce da lontano. E che Alessandra unisce ad un'altra sua grande passione: lo yoga
<<Robert M. Pirsig scrisse un libro che mi è caro da molto prima di appassionarmi alle due ruote>> ci racconta
Alessandra Mojana, motociclista che gira in lungo e in largo in sella alla sua Moto Guzzi V7.
Potete immaginare quale sia il libro: parliamo di un capolavoro che possiamo sicuramente trovare nelle case di molti motociclisti.
<< “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” parla di filosofia, di arte, di meccanica e, naturalmente, di una motocicletta e un viaggio. Quando ho iniziato ad andare in moto è stato bello confrontare quanto ci fosse scritto con la realtà. La cosa interessante è che,
quando si va in moto, la meta è relativamente importante…ciò che è fondamentale è il percorso, che diventa anche un viaggio interiore, un’esperienza che ti cambia inevitabilmente.>>
Alessandra concorda sul fatto che una delle parti più belle del viaggio siano l’organizzazione e la pianificazione pre-partenza, quando ci si mette lì a sognare studiando mappe, strade e itinerari.
<<Quello che mi piace molto fare come prima cosa quando intraprendo un viaggio di qualsiasi tipo è organizzarlo in maniera quanto più metodica possibile, selezionando le tappe, scegliendo i percorsi e definendo i dettagli.
La seconda cosa che amo è vedere come i miei piani vengano stravolti dall’evolversi delle cose, creando variabili inaspettate. In questo la moto è spettacolare.
Capitano giornate perfette in cui poter guidare per ore fermandosi di tanto in tanto ad osservare il panorama, a scrutare scorci spettacolari, a gustarsi l’aria di un passo di montagna o la brezza in riva al mare.>>
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Ph. Maickeline[/caption]
C’è un però.
Infatti, se
andare in moto è un’esperienza fantastica che quasi ci proietta in un’altra dimensione, a fine giornata può essere che
qualche dolorino alla schiena o alle articolazioni dovuto alla postura e alla fatica di aver guidato tutto il giorno su strade piene di curve si faccia sentire …E qua Alessandra ci svela il suo trucco.
<<A fine giornata, dopo aver macinato chilometri in sella alla mia fidata Guzzi, succede che la mente sia sgombra e leggera ma che il corpo necessiti di qualche aiuto in più. Allora entra in gioco il mio alleato per l’allungamento:
lo yoga, nelle sue varie declinazioni.>>
La cosa ci incuriosisce e le chiediamo di spiegarci meglio: come coniugare la moto con lo yoga? Da una parte il rumore, l’adrenalina, la precisione della meccanica. Dall’altra la pace, la serenità e la mente sgombra.
<<
Comincia il rito: parcheggio la moto, metto in folle e posiziono il cavalletto, giro la chiave nel quadro mettendo il blocca sterzo, scendo dalla moto e tolgo i guanti, slaccio la giacca, sgancio il casco, alzo la visiera e tolgo gli occhiali, sfilo il casco e respiro a pieni polmoni, via la giacca e mi metto comoda>>.
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Ph. Marco Salati[/caption]
Dopo questo rituale inizia la pratica dello Yoga, che segue degli step ben precisi.<<Dopo aver bevuto un po’ d’acqua mi preparo per dare libero sfogo ai muscoli e inizio con un blando riscaldamento per poi passare all’allenamento vero e proprio:
il saluto al sole è una delle prime sequenze che impari quando fai yoga e per me è diventato una sorta di caposaldo.>>
La pratica continua poi con <<preghiera, allungamento verso l’alto, mani ai piedi, equestre, cane a testa in giù, otto punti, cobra, cane a testa in giù, equestre, mani ai piedi, allungamento verso l’alto, preghiera. È una sequenza ciclica che ripeto un paio di volte e a cui sommo delle piccole varianti di volta in volta. >>
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Ph. Marco Salati[/caption]
L’esplorazione, non solo in sella alla moto ma anche attraverso la pratica di una delle discipline più antiche al mondo come lo yoga, è una delle molle che hanno spinto -e spingono- Alessandra a sviluppare questo connubio.
<<
Mi piace sperimentare e questa è una disciplina che si presta molto. Il secondo elemento chiave in questo caso è la contaminazione, nell’accezione positiva della parola: la contaminazione è stimolante e porta a dialogare ambiti anche molto distanti tra loro.
La moto è ancora calda e con gli scarichi scoppiettanti tipici delle Guzzi, quindi inizio a giocare con lei che diventa la mia palestra e compagna di allenamento.>>
Se pensate che lo yoga sia una cosa già abbastanza impegnativa, soprattutto dopo una giornata in sella…vi sbagliate, perché Alessandra non si ferma qui.
Siete in cerca di qualche idea su cosa fare con i vostri amici/compagni di viaggio una volta arrivati in cima ai passi di montagna? Prendete in considerazione
l’Acroyoga.
<<Quando ho la fortuna di viaggiare con un compagno che condivida anche la mia passione sportiva posso anche cimentarmi in una disciplina ancora poco conosciuta:
mettete insieme lo yoga con l’acrobatica e i massaggi thai, mescolate ed ecco a voi l’acroyoga.>>
A questo punto ci viene naturale chiedere ad Alessandra come possano dialogare due mondi così diversi.
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Ph. Lucie Olachova[/caption]
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È un’attività che ha molte similitudini con l’andare in moto: equilibrio, fiducia e conoscenza dell’altro e di se stessi, movimenti sincronizzati e fluidi; come nella guida, quando sei agli inizi i movimenti sono lenti e macchinosi, poi il corpo memorizza meglio della mente e diventano automatismi che ti consentono di porre l’attenzione su altri dettagli che creano il movimento più fluido.
Sto parlando della guida o dell’acroyoga? Non ha importanza: per entrambi sono applicabili. Per esempio potrei paragonare il front bird con un bel rettilineo, oppure i tornanti ad una ninja star, o ancora una discesa ripida ad una shoulder stand, e potrei continuare. Provare per credere!>>
Noi ci limitiamo a credere alle sue parole, per provare ci riserviamo ancora un po’ di tempo.
Quindi, volete sapere qual è il modo migliore per rilassarsi e distendersi dopo una giornata in sella?
<<
Per me non c’è niente di meglio di tutto quello che vi ho appena raccontato. Nel frattempo io lascio vagare la mente alla ricerca di nuovi obiettivi che plachino il mio animo bramoso di novità e di scoperta, forse off road?
Chissà…di sicuro in quel campo la preparazione fisica non potrà che essere un valido aiuto.>>
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Ph. Alpha Pixelz[/caption]
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